BATMAN VS PREDATOR II: SCONTRO DI SANGUE ( recensione )

Visto il buon riscontro ottenuto dalla miniserie BATMAN VS PREDATOR, le case editrici Dc e Dark Horse hanno pensato bene di unire nuovamente le forze per sfornare un sequel in quattro numeri che sarebbe uscito a circa due anni di distanza dal primo.

Stavolta i testi sono affidati a un veterano come Doug Moench, noto soprattutto per le innumerevoli storie scritte proprio sull’Uomo Pipistrello, tra cui Batman & Dracula: Red Rain, in cui il supereroe Dc si scontrava con il Re dei Vampiri in persona ! Al tavolo da disegno invece troviamo Paul Gulacy, che vanta con Moench numerose collaborazioni di successo su personaggi come Batman, Shang-Chi, Conan il Barbaro e James Bond. La scelta dei due artisti è dunque piuttosto ragionevole, considerando la loro attitudine nel raccontare storie serrate e ricche d’azione: caratteristiche fondamentali anche per questo secondo round tra il Pipistrello e il feroce cacciatore alieno.

L’ambientazione dello scontro è la stessa della scorsa volta, ovvero la cupa e opprimente Gotham City, territorio assoluto dell’Uomo Pipistrello. Ciò che cambia sono i presupposti della sfida, innanzitutto perché i due sfidanti ormai già si conoscono e poi perché stavolta non si tratta solo di una semplice caccia, ma anche di una vendetta nei confronti di una preda talmente abile da aver sconfitto un Predator ! Questo però va contro al famigerato “codice d’onore” che da sempre contraddistingue i cacciatori alieni in questione, ed avrà sicuramente delle ripercussioni su chi ha osato trasgredire le regole…. Se aggiungiamo anche il fatto che Batman ha una taglia da cinque milioni di dollari che gli pende sulla testa, voluta da un potente boss malavitoso che gli ha sguinzagliato contro alcuni dei più temibili assassini in circolazione, vi renderete conto di quanto Moench abbia tentato di alzare la posta in gioco per questo secondo match.

E non è un caso che in questo calderone sia finita dentro anche la Cacciatrice, visto che la caccia è il tema portante di tutta la vicenda. Ogni personaggio coinvolto, infatti, da Batman ai Predator fino ai killer a pagamento, ha come scopo principale la ricerca e l’annientamento del proprio avversario, ma nel corso della storia il ruolo tra cacciatore e preda verrà spesso invertito e capovolto…

Gli unici a non darsi la caccia tra loro sono i cosiddetti “buoni”, tra cui spiccano l’integerrimo commissario Gordon e il rampante tenente Stocker, ma è interessante soprattutto il rapporto ( o il non-rapporto ) che si viene a instaurare tra Batman e la Cacciatrice, in quanto l’Uomo Pipistrello non ha mai gradito troppo la sua presenza e accetta malvolentieri il suo aiuto, nonostante si riveli fondamentale anche in quest’occasione. Dal canto suo, la Cacciatrice è chiaramente attratta da Batman e vorrebbe lavorare al suo fianco, ma purtroppo questo sentimento non è corrisposto e i suoi tentativi di avvicinamento vengono respinti in maniera piuttosto secca e brutale da parte del Cavaliere Oscuro, che probabilmente predilige personalità più complesse e poco raccomandabili come Talia Al Ghul o Selina Kyle/Catwoman.

In una vignetta di questa storia compare anche la bat-armatura utilizzata nella miniserie precedente, ma Moench decide volutamente di non fargliela indossare, innanzitutto per distaccarsi un minimo dal lavoro di Gibbons e Kubert, e poi per  puntare maggiormente sull’agilità e la destrezza di Batman, anche se questa scelta preclude a degli scontri troppo diretti con Predator, da cui l’eroe non potrebbe uscirne vincitore. La trama imbastita da Moench è come una grande scacchiera in cui si muovono tante pedine, le quali portano avanti il loro ruolo all’interno del gioco ma non vengono minimamente approfondite, sia a livello psicologico che a livello di trama, come nel caso dei mercenari assoldati per uccidere Batman, potenzialmente interessanti e invece relegati a macchiette che compaiono giusto in una paginetta o due…

Nel complesso la lettura risulta comunque piacevole, ma alla fine non aggiunge niente alla prima miniserie e anzi, per certi aspetti è anche peggiore… La trama di Gibbons infatti era più semplice e lineare, ma alla fine convincente e funzionale; Moench invece ha voluto aumentare in qualche modo la posta inserendo tanti personaggi, ma senza sfruttarne al meglio le potenzialità.

Al tavolo da disegno Gulacy se la cava bene, ma il suo tratto pulito e lineare non sempre convince, anche perché un po’ freddo e legnoso, soprattutto quando raffigura i volti. E’ ovvio che i Kubert sono tutta un’altra storia, ma in fondo si tratta di due stili molto differenti che quindi non ha senso nemmeno paragonare….

In conclusione, se vi trovate tra le mani il volume della Planeta che racchiude entrambe le miniserie, ne consiglio comunque l’acquisto, specialmente se siete fan dei due protagonisti. Se invece recuperate le miniserie singole, come ho fatto io, il mio parere è che questo sequel sia una lettura piacevole ma tranquillamente evitabile.

4 Risposte

  1. certo che però alla DC piace mungere la mucca fino all’ultima goccia di latte 😀 comunque a parte gli scherzi immagino che facciano un miglior uso di Predator in questi crossover che non negli ultimi tre orrendi film in cui appare il suddetto cacciatore alieno

    • Eh si….in effetti anche Predators ( quello con Adrien Brody ) non era bruttissimo, ma neanche nulla di eccezionale…
      E dire che con gli effetti speciali di adesso potrebbero sfornare dei super-filmoni !!! 😉

  2. Questo mi sarebbe sempre piaciuto comprarlo, ma ho sempre e solo trovato l’edizione cartonata a prezzi indicibili!!

    • Grazie a mio fratello ( che lo comprò a suo tempo ) io l’ho potuto leggere sugli spillati della Play Press, che in effetti non si trovano molto facilmente in giro…. L’alternativa è acquistare il volumazzo Planeta con tutte e due le miniserie, magari scontato su internet o in qualche fiera….

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