ANT-MAN – Il film ( recensione )

Dopo una fase di produzione un po’ travagliata, che ha subìto numerosi ritardi, rinvii e revisioni della sceneggiatura, finalmente debutta sul grande schermo la pellicola dedicata al più piccolo ( in senso letterale ) dei supereroi Marvel, nonché membro storico dei Vendicatori: Ant-Man !

Chi conosce un po’ l’universo Marvel a fumetti sa bene chi sia questo personaggio, che ha militato da sempre tra le fila dei Vendicatori ( o Avengers, che dir si voglia ) e responsabile tra l’altro della creazione di Ultron, una delle più letali nemesi del supergruppo, protagonista proprio della loro ultima trasposizione cinematografica. Al di fuori della cerchia di appassionati però Ant-Man non è di certo il più noto dei supereroi marvelliani, probabilmente perché non possiede il carisma e l’appeal di un grande eroe, anche se nel corso degli anni ha mostrato varie sfaccettature della sua personalità ed è stato protagonista di storie memorabili dei Vendicatori.

 

I Marvel Studios hanno quindi rischiato molto dedicandogli una pellicola in assolo, seppur inserita in una continuity cinematografica già ben avviata e consolidata, e giustamente decidono di optare per una chiave di lettura molto ironica e leggera, che non prendesse troppo sul serio un uomo in grado di parlare con le formiche e saltarci in groppa…! La mente dietro a questo progetto non a caso è Edgar Wright, brillante ed irriverente autore e regista di film come La notte dei morti dementi e Scott Pilgrim vs. The World, a cui si devono le idee principali alla base di questo lungometraggio, ma che purtroppo ha deciso di abbandonare la produzione in corsa per alcune divergenze creative, mettendo a rischio la buona riuscita del film.

Per fortuna i produttori non si sono dati per vinti e hanno presto trovato un sostituto in Peyton Reed, regista specializzato in commedie, come Ti odio, ti lascio, ti… e Yes Man, che insieme all’attore protagonista Paul Rudd ed altri sceneggiatori ha potuto completare lo script definitivo, in accordo coi Marvel Studios. Non è dato sapere quanto del lavoro di Wright, forse troppo sopra le righe, sia effettivamente rimasto nella pellicola e quanto sia stata stravolta, fatto sta che l’Ant-Man adesso nelle sale è un film molto piacevole e divertente, con un cast azzeccato e un montaggio incalzante, che lascia scorrere le due ore circa di durata senza neanche accorgersene.

Il lato positivo è che con un personaggio del genere si ha il vantaggio di poter contare su delle aspettative piuttosto basse o pari a zero da parte della maggior parte del pubblico, proprio perché poco conosciuto, per cui la vera sfida consiste nel renderlo il più possibile accattivante e fare in modo che gli spettatori si affezionino a lui, così com’è avvenuto con i suoi più blasonati colleghi Vendicatori.

Per questo probabilmente è stato scelto come protagonista non lo spocchioso scienziato Hank Pym, creatore della formula in grado di rimpicciolire e ingrandire la materia e primo Ant-Man, ma Scott Lang, un abile scassinatore e ingegnere elettronico dal cuore buono, che si è trovato ad agire nell’illegalità sempre per scopi nobili. La sua situazione precaria, sia economica che familiare ( è separato ed ha una figlia che ama follemente ), dovuta anche al periodo passato in carcere, dimostra che Lang non è il classico eroe tutto d’un pezzo, ma una persona comunissima afflitta da tanti problemi e con una condotta non proprio integerrima.

Queste sue caratteristiche, unite alla battuta pronta e il sorrisetto beffardo dell’attore Paul Rudd, rendono sicuramente più simpatico e intrigante il protagonista, lasciando invece a un veterano come Micheal Douglas il ruolo del mentore: un dott. Pym istrionico e divertente, ma anche serioso ed energico quando serve. Convincente anche Evangeline Lilly ( che i fan di Lost ricorderanno bene ) nei panni di Hope, l’affascinante e combattiva figlia di Pym, infastidita dal comportamento iper-protettivo del padre e inizialmente diffidente nei confronti di Lang.

Piuttosto anonima invece l’interpretazione di Corey Stoll, che nel film è Darren Cross, il classico scienziato arrivista con pelata alla Lex Luthor, desideroso di scoprire la formula di Pym e venderla al miglior offerente ( HYDRA compresa ! ). Va meglio quando la sua faccia è nascosta dietro l’elmo e la corazza del Calabrone, che non ha niente a che vedere con quella del supereroe dei fumetti, ma è piuttosto un’armatura super-accessoriata con tanto di pungiglioni mobili e raggi laser, che darà non poco filo da torcere al nostro eroe…

Molto simpatico anche l’attore caratterista Micheal Pena e la sua banda strampalata, che accompagneranno Lang in quasi tutte le sue missioni, fornendo un valido aiuto all’eroe e dando vita ad alcuni dei siparietti più divertenti del film. Come detto prima, l’ironia è la componente principale di questa pellicola e caratterizza anche le scene d’azione più spettacolari, come l’incontro/scontro con Falcon ( ormai Vendicatore a pieno titolo ) e quello finale col Calabrone, in mezzo ai giocattoli della figlia di Lang.

Buoni anche gli effetti speciali, che grazie alla computer grafica rendono alla perfezione le sequenze in cui il supereroe si riduce a dimensioni microscopiche, interagendo col suo esercito di formiche e con tutto l’ambiente circostante. Azzeccata la scelta del costume del protagonista, ovvero una pratica tuta scura, non troppo appariscente e ravvivata solo da qualche scorcio di rosso, con un casco integrale simile a una maschera da sub; un giusto compromesso tra la versione a fumetti classica e quella Ultimate più moderna.

I Marvel-fan più accaniti potranno gioire nel notare i tanti riferimenti al fumetto, ma anche all’universo cinematografico. Hank Pym e Scott Lang infatti non saranno gli unici Vendicatori a comparire, e ci saranno anche cameo di Peggy Carter ( protagonista della recente serie tv Agent Carter ), Howard Stark ( padre di Tony ), l’onnipresente Stan Lee e un paio ( ! ) di scene extra dopo i titoli di coda che solleticheranno non poco l’appetito degli spettatori più nerd….!

E’ ovvio che non ci troviamo di fronte a un capolavoro, né a un film dalle grosse aspettative, ma Ant-Man resta comunque un prodotto molto godibile e onesto, che riesce a intrattenere e divertire per tutta la sua durata, senza particolari cadute di tono o tempi morti. L’inarrestabile continuity cinematografica marvelliana si arricchisce così di un altro tassello e porta a casa l’ennesimo successo, pronta per partire con l’attesissima Fase Tre.